EURES TMS: stimoli, sfide e esperienze.
Con l’intervista a Antonio Mangiapane ci spostiamo tra il Sud Italia, più precisamente a Palermo, città d’origine del giovane ingegnere protagonista della storia di mobilità che vi stiamo per raccontare, e la Germania.
Dopo la laurea e alcune esperienze lavorative (tra cui anche quella di co-founder della Yam Tech), Antonio inizia a sentire la necessità di cercare nuovi stimoli, sfide, esperienze. Ed è così che entra in contatto con il progetto EURES TMS. “Avevo già avuto l’opportunità di conoscere la rete EURES, e in particolare il progetto YfEj. Nel momento in cui ho deciso di cercare un nuovo lavoro ho iniziato a informarmi in modo più approfondito e sistematico sulle opportunità che i programmi europei offrono, e così ho scoperto l’esistenza del progetto EURES TMS. Subito ho pensato che potesse essere utile abbinare a una ricerca di lavoro più tradizionale, quindi inviando curriculum e rispondendo ad annunci, qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso. Così mi sono iscritto alla nuova piattaforma (link), inserendo i dati richiesti: la mia formazione, il curriculum con le mie esperienze lavorative, la posizione lavorativa che desideravo.” Antonio vede in EURES TMS un’occasione per arrivare a un ulteriore bacino di possibilità lavorative, frutto di una selezione attenta e precisa.
Proprio nello stesso periodo, una vacancy veniva pubblicata da Maria Megna, EURES Adviser a Cremona, in piattaforma: Blackwave, giovane start-up in grande crescita era infatti alla ricerca di tre “Composite Development Engineer for Space” (link alla vacancy). “Ho ricevuto la segnalazione di questa vacancy tramite la piattaforma EURES TMS. Vi racconto un piccolo particolare che mi ha fatto sorridere: la dott.ssa Megna è EURES Adviser in Lombardia, e io vivevo a Palermo in quel periodo. Questo secondo me racconta molto di quanto sia importante questa rete europea. Un network di professionisti e professioniste,” ci dice Antonio, “che realmente connette tutta l’Europa, e in cui mi sono sentito accolto, guidato e facilitato nelle scelte, nonostante la distanza tra Palermo e Cremona.”
E ancora: “Ho cercato lavoro per quattro-cinque mesi, facendo diversi colloqui, uno dei quali stava andando anche bene, però poi in qualche modo è stato il lavoro a cercare me. Un lavoro che effettivamente era l’unico per cui non mi ero candidato e che mi è stato presentato dall’esterno, lavoro che poi ho scelto di accettare.”
Dalla Sicilia alla Germania
L’intervista continua con il racconto di Antonio sulla sua esperienza in Germania, a Taufkirchen comune tedesco situato nel Land della Baviera, non lontano da Monaco. “Mi trovo molto bene, devo essere sincero, non mi sento all’estero e lontano da casa. Mi rendo conto che può sembrare strano perché Palermo, la città da cui vengo, è una città sicuramente diversa, espansiva e vivace. Di primo acchito si può pensare che passare da Palermo a un paese nel Sud della Germania possa essere un cambiamento molto forte. Però ecco, ho la sensazione che come spesso accade, molto di quello che si dice e si pensa nasce solo da stereotipi. Certo, non mentirò dicendo che i vicoli di Monaco di Baviera sono come il mercato di ballarò (link building), però credo che l’interazione con le persone sia fondamentalmente sempre la stessa quando alla base ci sono valori e una storia comune, e cioè quella dell’Europa degli ultimi 80 anni. Quindi sì, io non mi sento un estraneo.”
Insomma, Antonio si sente e si definisce un cittadino europeo, oltre il concetto dei confini, delle differenze linguistiche e culturali, che vede e crede in un’Europa unita. “Con i colleghi mi trovo bene, lavoro prevalentemente comunicando in inglese, ma allo stesso tempo cerco di sforzarmi per migliorare il mio tedesco perché vorrei riuscire a dialogare con tutti. L’ambiente è fantastico, l’azienda (link) per cui lavoro è molto giovane e i dipendenti hanno un’età media di circa 30 anni. Nello specifico la Blackwave si occupa di produrre componenti in fibra di carbonio e, poiché sta crescendo molto grazie a fondi nazionali, sta iniziando ad automatizzare una serie di processi produttivi con l’utilizzo di robot e macchine da costruire e programmare. Io mi occupo sostanzialmente di questo, dell’automazione dei processi industriali.”
Torniamo a parlare di benefit
EURES TMS non è solo l’occasione per trovare un nuovo lavoro e fare un’esperienza di mobilità in uno stato membro dell’Unione Europea, ma è anche servizi, benefit e una rete di supporto con partner in 13 paesi dell’UE (link). Due sono i benefit richiesti da Antonio, il primo è quello previsto per i colloqui di lavoro in presenza. Un benefit che ha l’obiettivo di supportare i candidati che sono selezionati per un colloquio in un altro paese, e che copre spese di viaggio, spese per l’alloggio, più un contributo giornaliero per un massimo di cinque giorni.
“Ho richiesto e ottenuto sia il benefit per il colloquio di lavoro per i tre giorni in cui sono venuto in Germania, che il benefit per le spese di trasferimento (link ai benefit). Potrei anche richiedere il contributo per il corso di lingua ma sto cercando di capire se riesco a migliorare da solo, poiché avendolo un po’ studiato, parto già da una buona base. In effetti in poco più di un mese qui il mio tedesco è migliorato tanto. Ho un livello intermedio quindi non ho problemi a svolgere conversazioni, anche se chiaramente non ho la facilità di comunicazione che posso avere con l’italiano o con l’inglese. Sto facendo un po’ una scommessa con me stesso. Ad ogni modo sto valutando anche se seguire un corso di lingua per accelerare il miglioramento, magari inserendolo nelle ore serali.” Del lavoro ci racconta: “In questo prima fase sto cercando di impegnarmi molto, perché sono ancora in un periodo di prova e vorrei “convincere” il mio datore di lavoro. Voglio dedicarmi interamente al lavoro.”
Per fortuna esiste l’Unione Europea
“Per fortuna esiste l’Unione Europea” dice Antonio quando gli chiediamo di formulare tre pensieri su EURES TMS, la mobilità e l’Europa.“È quello che mi sento di dire, non per essere retorico, ma è una cosa a cui penso spesso. In Europa con un’ora di aereo (o poco più) si è dappertutto, e ovunque si atterri si è cittadini europei e non italiani, tedeschi, francesi o polacchi. Ecco, in un mondo così, a mio avviso, non sfruttare l’occasione di sperimentare realtà, culture, usanze diverse è veramente un peccato.”
Apertura culturale
“In un’Europa che offre opportunità di questo tipo, non aprirsi a culture diverse e rimanere chiusi nel proprio quartiere, città, stato, fa perdere l’occasione di diventare persone più aperte. Ogni giorno sorrido delle piccole differenze che noto a livello culturale con i miei colleghi. Sono cose che mi fanno divertire e che sono contento di scoprire. Solo per questo motivo secondo me vale la pena fare un’esperienza lavorativa all’estero!”
Last but not least!
“Uscire dalla propria comfort zone e darsi la possibilità di crescere e di migliorare. Non voglio alimentare la narrazione della “fuga dei cervelli”. L’ottica in cui io vedo le cose è differente: mi si è presentata un’occasione e l’ho colta e ritengo che tutti dovrebbero farlo e soprattutto avere la possibilità di farlo, cosa che progetti come EURES TMS ti permettono.” EURES TMS è tutto questo: favorire uno scambio lavorativo, di competenze ma anche culturale e umano.
Ringraziamo Antonio per aver condiviso con noi la sua bellissima esperienza e chiudiamo con le sue parole: “È stato un piacere raccontarvi il mio punto di vista e colgo l’occasione per ringraziare dell’esistenza del progetto EURES TMS e per tutto il supporto ricevuto. Molte scelte sono state più facili perché c’era qualcuno che mi seguiva con grande capacità organizzativa e presenza umana.”
È stato un piacere raccontarvi il mio punto di vista e colgo l’occasione per ringraziare dell’esistenza del progetto EURES TMS e per tutto il supporto ricevuto.
ANTONIO, INGEGNERE
Nome: Antonio
Età: 26 anni
Da: Palermo, Sicilia
Lavora in: Germania