Davide Ret

Vi abbiamo portato in Germania, in Spagna, in Olanda e in Danimarca. Abbiamo parlato con giovani e meno giovani, imprenditori e manager. Oggi ci spostiamo in Austria, in un contesto un po’ differente da quelli visitati finora e raggiungiamo per una nuova intervista il Prof. Davide Ret, ricercatore universitario a Vienna.

L’università e il progetto EURES TMS

Davide si racconta così: “Sono un ricercatore dell’Università Tecnica e dell’Università di Medicina di Vienna. Lavoro qua da molti anni, mi occupo soprattutto di ricerca e sperimentazione in ambito chimico. Il mio percorso di studi parte da Pordenone, dove ho iniziato a studiare chimica, e continua poi a Trieste, dove invece ho iniziato la mia carriera, per poi approdare come potete immaginare qui in Austria, a Vienna.” Una vita quindi dedicata alla scienza e allo studio, ma anche una grande attenzione ai giovani e alle giovani che vogliono intraprendere un percorso di crescita professionale all’interno del mondo accademico.

“Sono diversi anni che mi rivolgo a progetti di mobilità europea per assumere tirocinanti che mi affianchino nelle attività preliminari di ricerca. Ho iniziato a informarmi già durante il mio dottorato: avevo necessità di un aiuto in laboratorio e così ho assunto un giovane studente per un tirocinio. È proprio in quel periodo che ho conosciuto Stefania Garofalo, EURES Adviser del Friuli Venezia Giulia, con cui sono ancora in contatto e che mi ha fatto conoscere la rete EURES e, successivamente, l’iniziativa EURES Targeted Mobility Scheme, progetto che considero molto interessante perché, come spesso racconto, nella ricerca trovare fondi per assumere è difficile.”

Le attività di tirocinio

Davide ci racconta quali sono le attività proposte durante il tirocinio: “Come raccontavo all’inizio, quello che faccio con i tirocinanti e che ho fatto con Alessio, tirocinante assunto con EURES TMS, è lavorare sulla presentazione di risultati preliminari delle ricerche che porto avanti. La formula del tirocinio, oltre a essere per loro un primo contatto con il mondo del lavoro, mi permette anche di cercare finanziamenti per portare avanti e completare la ricerca vera e propria, e chissà, magari trovare fondi per assumere i tirocinanti in un secondo momento.”

E infatti: “Negli anni è capitato varie volte che studenti che hanno iniziato facendo dei tirocini con programmi di mobilità europea abbiano poi continuato il loro percorso assunti dall’università; altri invece cambiano e cercano altri lavori; ma ecco, quello che voglio far emergere è che avere la possibilità di fare un tirocinio è un’opportunità unica di formazione e di incontro con il mondo del lavoro.”

Ancora sul tirocinio

La definizione di tirocinio che troviamo sul sito della Commissione Europea dice: “Per tirocinio si intende un periodo limitato di pratica lavorativa, retribuita o meno, che include una componente di apprendimento e/o formazione. I tirocini sono un modo comune per i giovani di acquisire l’esperienza lavorativa necessaria prima di accedere a un lavoro regolare. Aiutano i giovani ad acquisire esperienza pratica e professionale, a migliorare l’occupabilità e a facilitare la transizione verso un lavoro regolare.”

“Ritengo molto importante avere la possibilità di formare una persona e capire insieme quali sono le sue attitudini. Per fare ciò è necessario avere a disposizione alcuni mesi. Il tirocinio è poi anche un modo per conoscersi meglio: a mio parere un colloquio non è sufficiente per capire le potenzialità di una persona, soprattutto nel nostro ambito.”

Mobilità significa opportunità di scambio

A EURES TMS lo sappiamo bene. Mobilità significa opportunità di scambio lavorativo, umano e culturale. È necessario però avere un network solido e con esperienza alle spalle. E infatti Davide Ret ci racconta che “non è sempre semplice trovare i giusti profili, io mi trovo molto bene con l’Adviser che ormai mi segue da anni, Stefania Garofalo. Ho provato anche attraverso altri canali ma non ho avuto successo in quei casi. Recentemente ho avviato una serie di contatti con docenti di università spagnole e portoghesi, e mi piacerebbe coinvolgere e far conoscere anche a loro EURES TMS. Potrebbe essere una possibilità per allargare l’orizzonte dei profili a cui guardare.”

 Europa

Chiudiamo l’intervista con una riflessione di Davide Ret sull’importanza di ambienti di lavoro che siano aperti, vari, internazionali: “Credo che un ambiente lavorativo ideale debba essere il più possibile vario e internazionale. L’esperienza Erasmus fatta durante l’università è stata per me una spinta a questo tipo di pensiero. Credo sia importante favorire uno scambio continuo tra paesi. Consente di aprirsi a nuove prospettive, di imparare dalle differenze che ci distinguono, di conoscere meglio se stessi. Mi considero assolutamente un sostenitore dell’Europa e dei progetti e programmi che offre.”

Credo che un ambiente lavorativo ideale debba essere il più possibile vario e internazionale.

DAVIDE RET, PROFESSORE